“Un mercato che sta soffrendo”

“Un mercato che sta soffrendo” di Sophia Margherita Piazza

Come diceva Schopenhauer, comprando un libro bisognerebbe poter comprare anche il tempo per leggerlo, ed è risaputo che il tempo sia una risorsa preziosa, che difficilmente vuole perciò essere impiegata in ambiti che ci disinteressano. E’ inutile dire che rispetto a parecchi anni fa l’indice di lettura è calato in modo vertiginoso, anche se dal 2022 è tornato gradualmente a risalire. Attualmente stiamo parlando di 1,5% di non lettori in più in un solo anno, che significa 840 mila persone su 56 milioni presenti in Italia al di sopra dei 6 anni d’ età. A questo punto sorge spontaneo chiedersi il perchè di questo distacco dall’ affascinante passatempo della lettura, che è in grado di stimolare la nostra mente e la nostra immaginazione facendoci in tale maniera approdare in nuove realtà. A ciò non c’è però nessuna risposta, né corretta né sbagliata; si può pensare che la ragione principale sia legata al ritmo troppo frenetico della vita moderna, oppure al semplice fatto che al giorno d’oggi la stragrande maggioranza delle persone trova curiosità in altri tipi di attività, che richiedono meno sforzo mentale. Leggere non è infatti per nulla scontato; richiede che per farlo vengano impiegate diverse aree cerebrali, in grado di analizzare ogni singola lettera e parola, associata a sua volta ad un determinato significato, il tutto in un lasso di tempo estremamente breve. Perché quindi faticare così tanto quando si possono vivere le stesse sensazioni (o così almeno sembra) utilizzando un qualsiasi dispositivo dotato di schermo? 

E’ vero non ci sarebbe nessun pro, sia per noi giovani che per gli adulti, che alla nostra età hanno forse avuto modo di sperimentare maggiormente la lettura, in particolar modo quella cartacea, e che ora si trovano affascinati anche loro dalla marea di informazioni, molte delle quali prive di senso logico, che appaiono scorrendo ad esempio lo smartphone. Tuttavia alcune sensazioni sono in grado di offrirle solo i libri: una magia unica nel girare ogni pagina, instaurando un profondo legame silenzioso tra autore e lettore, in un dialogo intimo tra le righe. Leggere non fa scaricare al libro la sua batteria, non c’è bisogno di temere che la magia si spenga senza aver potuto concludere il finale della storia. I libri rimangono sempre dove li si è lasciati l’ultima volta, possono passare giorni, mesi e anni, ma custodiscono sempre gli stessi ricordi ed emozioni. Non hanno nulla a che vedere con i dispositivi elettronici, che passato un determinato tempo sono da gettare perché non più in grado di funzionare. Loro non conservano nulla, sono in grado di cancellare la loro memoria, e sono privi di quel buonissimo odore di carta vissuta. 

Con questo non intendo dire che queste invenzioni non siano state una svolta anche nell’ambito della lettura, anzi la hanno resa forse anche più accessibile, consentendo di portare intere biblioteche digitali in tasca attraverso lettori e tablet, capaci di fornire in modo immediato informazioni brevi. In sostanza, la connessione tra lettura e tecnologia è complessa: offre vantaggi in termini di semplicità, ma solleva anche sfide legate alla qualità dell’ attenzione. La chiave sta quindi nel trovare un equilibrio tra le due risorse. In ogni caso, qualunque sia il mezzo per farlo, l’importante è che si legga, già da età infantile, perché leggere è conoscenza, e in un mondo che sfortunatamente è ancora caratterizzato da continue guerre, l’unica arma che possediamo per sconfiggere l’ ignoranza è quella del sapere. 

Articolo 1 messaggero scuola