Pietre di inciampo

Un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.

In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995; sono le “Pietre d’Inciampo”, Stolpersteine, in tedesco, iniziativa creata dall’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.

Il giorno 30 gennaio 2025 sono state collocate quattro pietre di inciampo nel comune di Cordenons, nelle vie Rigolo, Montello e Cervel, intitolate alla memoria di: Valentino De Piero, Vanilio Rampogna, Ezio De Piero, Quirino Dovilto Vivian, alla presenza del Sindaco Andrea Delle Vedove, dell'Assessore alle attività culturali Loris Zancai Mucignat, delle associazioni, delle scuole e dei cittadini. 

Il progetto è coordinato dal liceo “Leopardi-Majorana” che da anni è coinvolto in attività di ricerca e realizzazione di materiali finalizzati alla posa di pietre d’inciampo. Il Liceo E.Galvani ha voluto essere simbolicamente presente alla cerimonia nel territorio di Cordenons con la classe 3^ C "indirizzo arti figurative" che al termine ha annotato alcune riflessioni:

Ogni pietra è una forma di resistenza simbolica contro l’idea che la storia possa essere ignorata o cancellata ed è un richiamo a non permettere che simili tragedie accadano di nuovo. 

Le pietre di inciampo sono un ricordo che rimane inciso non solo in noi stessi ma anche nel luogo in cui abitiamo, in modo da non far dimenticare l’accaduto anche a chi verrà dopo di noi. 

Ogni pietra di inciampo è il simbolo di una consapevolezza di ciò che è accaduto. Il minimo che possiamo fare è portare rispetto ogni volta che ne incontriamo una. 

Dare un nome ai caduti della Resistenza; riportarli nelle loro case; fare in modo di ricordare sempre. 

Rispetto e serietà sono la chiave di un ricordo per individui senza speranza, morti senza aver avuto idea di essere ricordati. 

E’ stato un evento che ha coinvolto sia i più anziani sia i più piccoli e ha lasciato un’impronta dentro di noi. 

Una ferita profonda non deve essere dimenticata ma ricordata.

Inciampi sui ricordi, sulle dolorose memorie dei partigiani cordenonesi deportati. 

Allegati

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