Perché scegliere questa scuola:
"Frequentare il liceo artistico può essere molto interessante e gratificante per chi ha una passione per le arti e vuole sviluppare le proprie competenze in questo campo. In questa scuola, gli studenti hanno l'opportunità di esprimere la loro creatività attraverso l'arte e di imparare da professionisti del settore. Inoltre, il liceo artistico offre un ambiente stimolante e coinvolgente in cui gli studenti possono incontrare altri giovani con interessi simili e fare nuove amicizie. Infine, frequentare il liceo artistico può aiutare gli studenti a sviluppare una mentalità aperta e creativa, che può essere utile in molte situazioni nella vita, sia professionali che personali."
Il testo che avete appena letto è corretto, chiaro, perfettamente informativo, un lavoro espositivo soddisfacente, la punteggiatura è corretta, la sintassi scorrevole, meriterebbe un ottimo voto… ed è stato scritto da una macchina. Ho provato a porre la domanda, che è probabilmente la vostra in questo momento: “perché frequentare un liceo artistico?” ad una intelligenza artificiale (modello linguistico autoregressivo GPT3, magari ne avrete sentito parlare). La risposta mi sembra completa ed efficace tanto che potrei fermarmi qui: sarebbe la soluzione più comoda, un testo già fatto, senza fatica. Potrei fermarmi qui ed essere soddisfatto. Potrei.
Eppure leggo e rileggo queste righe, e qualcosa non funziona, percepisco che non sta parlando del liceo E.Galvani, della nostra scuola, non del tutto, non esattamente. Così ho parlato con alcuni studenti, alcuni delle classi prime, alcuni degli ultimi anni: quanto segue è un tentativo di introdurre, nella perfezione sintetica dell'IA, l'umanità che contraddistingue la nostra scuola. Non sono sicuro di riuscire; e questo mi pare il miglior riassunto sia di cosa ci distingue da una macchina sia di quello che facciamo qui quotidianamente: proviamo a fare del nostro meglio per tradurci in qualcosa da offrire al mondo, per progettare il futuro, consapevoli che il fallimento è occasione di apprendimento, mica la fine del mondo, che insomma è sbagliando, quindi facendo, e lavorando, che si impara.
Spesso i genitori manifestano preoccupazioni proprio per il futuro lavorativo dei giovani studenti che iniziano il liceo artistico: penso che la sfida di progettare e costruire una professione futura, in un momento di trasformazione del mondo così vorticosa, possa essere una lezione che caratterizza il liceo artistico: certamente qualsiasi cosa avrai occasione di fare tra cinque, - o meglio dieci anni, giacché è indispensabile pensare anche fin da subito ad una adeguata formazione post-diploma - dovrai affrontarla aggiungendo alle competenze altre qualità: capacità di affrontare la fatica, una autentica passione, che mi piace riassumere in “gusto del lavoro ben fatto”, e un pizzico di testardaggine, nel perseguire anche l’improbabile, nel progettare il futuro.
Un lavoro siffatto non si improvvisa: la creatività non è mai un pasticcio, ma il risultato di un lungo e lento lavoro. In un liceo artistico imparerete che esiste un metodo: il metodo progettuale, che vi permetterà di trasformare una inclinazione nel vostro futuro: serve, facile capirlo, tanto lavoro e tanto impegno, d'altronde si parla di un "fai da te, te stesso". Spesso non è facile per le persone “non addette ai lavori” riuscire a capire la quantità di lavoro che è stata necessaria per arrivare ad un’opera, ad un gesto, che apparentemente risultino naturali e semplici. La semplicità, che forse là fuori ci vien lanciata addosso come una accusa, a guardar bene è un complimento. Durante la visita alla nostra scuola, provate ad intuire quanti tentativi, quanti sbagli, quante frustrazioni, quanti pianti, quanti sorrisi per racchiudere tutto in un progetto finito. E’ che qui, ogni giorno, sperimentiamo in prima persona la differenza che passa tra guardare e fare: qui proviamo ad imparare a guardare per fare, e a fare guardando, tenendo insieme ben strette le due cose: questo significa il logo di scuola, che è un occhio, che è una mano. E’ quanto ci serve per non stare ad aspettare ma per rimboccarci le maniche e progettare il nostro futuro.
Per farcela ben presto si capisce che c’è bisogno, oltre al lavoro e alla fatica, di fortuna e di aiuto: in entrambi i casi, avrete bisogno degli altri. La nostra è una scuola contenuta e raccolta dove in poco tempo ci si sente a casa: basta che ci sia la voglia di lavorare e mettersi in gioco, nasce apparentemente senza fatica un ambiente accogliente, uno spazio dove è consentito prendere sul serio lo sperimentare chi sei, dove c’è spazio per l’espressione personale, una scuola dove c’è rispetto per gli esseri umani e attenzione per ogni singola persona. Una palestra di libertà, con i suoi doveri e responsabilità: e non una libertà “di” fare qualcosa soltanto, né tanto meno una libertà “da” qualcosa, ma una libertà “con” altre persone, sperimentando quotidianamente la responsabilità della creatività. Talvolta gli studenti qui possono sembrare pittoreschi e colorati, i capelli troppo lunghi, troppo corti, troppo colorati, troppo rovinati, sempre troppo qualcosa, ma fidatevi, sono bellissimi; chissà se vi è capitato mai di notarlo, parlo a voi genitori, ma vi confesso un pizzico di orgoglio a sapere che sono nostri gli studenti che quasi sempre dicono buongiorno all’autista della corriera, si fermano a parlare in biglietteria, sono educati, dolci, sinceramente interessati all’umanità attorno. Molti hanno sperimentato sulla propria pelle crescendo cosa significa sentirsi fuori posto, per la voglia di cercare altri linguaggi, altri modi di essere, per la sensibilità così preziosa e fragile: partendo da qui, possiamo definirci una scuola che tenta di perseguire l’inclusione, per tutti e per ciascuno. Inclusione non dovrebbe significare soltanto portare un giovane dentro qualcosa, quanto la capacità di dilatare il sistema esistente in modo da connettere insieme una serie di sottoinsiemi ove trovino spazio le singole personalità: farlo richiede capacità di dialogare e mettere in discussione ciò che è, avendo cura di progettare il futuro.
Mi rendo conto infine di non aver mai parlato del talento, che è il sale della scuola: è la parte che dovrete portare voi. Se non siete pronti a mettervi alla prova, se non siete pronti a faticare, lavorare, piangere e solo infine gioire, se non siete pronti a sporcarvi le mani, a ricostruire su macerie, a cercare l’ordine nella confusione, se non ritenete che ogni momento, ogni esperienza sia un’utile occasione di apprendimento, se non siete pronti a dare del vostro meglio, probabilmente questa non è la scuola adatta a voi. Ma se al termine di questa visita, questa sera, sentirai di esserti sentito a casa, allora questa è la scuola che ti aspetta: e potrai, ti auguro, scoprire di possedere qualità che oggi non sospetti di avere, e sarai felice per la possibilità di progettare il tuo futuro. Potrai, chissà, lasciare il segno.
La prima giornata di scuola aperta si è conclusa piacevolmente: ringraziamo le 160 famiglie che hanno scelto di prestare attenzione alla nostra offerta formativa: speriamo che tutti possano portarsi via un briciolo di energia positiva da quella che è stata una festa; ringraziamo i docenti che hanno costruito passo dopo passo questa scuola; il personale ATA per l'inesauribile disponibilità; ringraziamo le studentesse e gli studenti che quotidianamente ci arricchiscono con la loro competenza, la loro energia, la loro bellezza.