Lettera del D.S. - esami 2025

Gentili studenti, 

è la notte prima degli esami. Ognuno di noi ne conserva i suoi personali ricordi, ma come dovremmo avervi insegnato dei ricordi personali non si fa storia: tocca a voi viverli, ora. E' giusto ricordare che alcune date diventano simboliche e, per quanto oggi, in molte cose, sembra si diventi grandi molto prima e per molte altre lo si diventi molto dopo, questa data si erge come un momento simbolico per ognuno di voi. 

Questa è la notte dei ricordi e dell’agitazione, magari, ma anche la notte della speranza, della voglia di dimostrare qualcosa, è una notte ricca di emozioni, immagino; potrà essere una notte piena di lacrime o di riposo, è sicuramente una notte di attesa. Vi auguro la consapevolezza che domani sarà per voi un grande giorno, fin da ora.

I consigli non servono: siete qui e ognuno di voi è in grado di fare del suo meglio in questi esami; su questo tecnicamente non c’è dubbio. Voglio però fungere da monito e ricordarvi qualcosa. Tutte le emozioni che vi girano tra cervello e stomaco questa notte sono qualcosa di complicato: siete voi. Domani e nei giorni a seguire, prendetele e fatene qualcosa nel linguaggio che vi appartiene. Ogni parola, ogni linea, ogni pensiero nasca dalle profonde radici che siete voi, che siete entrati da quella porta in un certo momento della vostra vita, forse con questa stessa paura, e siete pronti ad uscirne all’inizio di questa estate.

Avete quotidianamente sempre dimostrato una cosa che rende questa la scuola più bella del mondo: in ogni cosa che fate, col rigore del metodo, con l’applicazione del pensiero, con il vostro essere, accade una antica magia: qualcosa che prima non c’era, d’improvviso c’è, sarà lì sul foglio.

E’ come il ricordo di un sogno che sapete trattenere sulla punta delle dita: e nei tempi confusi che viviamo la capacità di guardare “per speculum in aenigmate" [è una frase latina che significa " come in uno specchio, in modo enigmatico”], di orientarsi, seguendo contemporaneamente rigore metodologico e tutta la vostra fantasia, invenzione, creatività e immaginazione: tutto questo mi sembra sia qualcosa di cui sorridere ed essere orgogliosi. Qualcosa di cui ci renderete orgogliosi (e un giorno dovrete ringraziare i vostri professori, intanto colgo l’occasione e lo faccio io).

Meglio essere scolastici e fornirvi le definizioni:

“Fantasia: tutto ciò che prima non c’era, anche se irrealizzabile;

Invenzione: tutto ciò che prima non c’era ma esclusivamente pratico e senza problemi estetici;

Creatività: tutto ciò che prima non c’era ma realizzabile in modo essenziale e globale;

Immaginazione: la fantasia, l’invenzione, la creatività pensano. L’immaginazione vede.” 

[Bruno Munari, Fantasia, Laterza 1977, pp. 8 - 15]

E infine ricordate che non si scrive (e tutto il resto) perché si ha voglia di dire qualcosa, ma lo si fa perché si ha da dire qualcosa: qualcosa che è dentro di voi.

In bocca al lupo.

PS. Ai genitori: giustamente condividerete i timori e tremori in questi giorni: e poi l’orgoglio sarà sempre vostro. Ma per festeggiare, a mio parere, si può aspettare fuori: questi ragazzi hanno percorso quei pochi metri più di mille volte negli ultimi cinque anni, da soli: mi sembra giusto che siano soli anche uscendo un ultima splendida volta.

E dopotutto, per tutti, dopo c’è una vita lì davanti a cui ha senso anche brindare.