Auguri di buone feste

Cari studenti, famiglie, docenti e tutto il personale,

Viviamo in un’epoca straordinariamente complessa, in cui talvolta ci sembra che le macchine intelligenti sappiano prevedere la nostra prossima parola, i nostri gusti e persino i nostri desideri. Il mondo intorno a noi sembra avviato a una estetizzazione della vita basata sulla probabilità statistica, dove tutto è calcolato per essere rassicurante e uniforme.

Per quanto le statistiche diano l’idea di avere tutto sotto controllo, vorrei ricordassimo tutti che la nostra scuola non è mai un luogo prevedibile. E il Natale, in fondo, ci ricorda proprio questo: la celebrazione di un evento unico che irrompe nella storia, cambiando ogni traiettoria prevista.

La nostra scuola è il luogo dell’eccezione perché è piena di vita, di progetti incompiuti, di percorsi che aspettano solo, un giorno, di essere visti e compresi. In occasione dei prossimi quarant'anni di questa scuola, ho ritrovato alcuni contributi che penso sia il momento di condividere come doni di memoria. In essi vedo una forte identità che ancora ci unisce e sento l’unicità delle tante vite che qui si sono intrecciate.

C’è la voce di Barbara Zanet, oggi pittrice e ceramista, che ricorda come questa sia stata per lei “una scuola libera che mi ha insegnato la precisione nel lavoro e la libertà di espressione personale”

C’è il ricordo di Mariateresa Buna, che ci ha ricordato attraverso i  suoi lavori, sua figlia Barbara Zilli, nostra alunna fin dal primo anno di apertura, venuta a mancare nel 2005.

Nelle foto dei suoi lavori e nel suo autoritratto leggiamo la passione che ancora ci anima.

E c’è il racconto di Milena Dus, pioniera del 1985, che ricorda quegli anni "irripetibili e incredibili" in cui studenti e professori erano tutt’uno. Milena ci descrive la nascita dei laboratori e la fatica gioiosa di spostarsi tra le sedi di Cordenons quando le aule non bastavano. Quell’identità si è tramandata come un testimone prezioso: i suoi figli, Giovanni e Giorgio, hanno seguito le sue orme diplomandosi qui nel 2020 e in questo 2025 (Galleria 2).

Queste storie ci insegnano che non siamo dati in un database, ma nodi di una rete umana fatta di sogni che si tramandano.

Per questo Natale, il mio augurio è che possiate scartare il dono più prezioso: la vostra unicità. Essere unici non significa essere i migliori, ma essere gli unici capaci di dare quella precisa sfumatura al mondo. La vostra voce non è un dato statistico: è il risultato irripetibile della vostra storia, dei vostri dubbi e delle vostre fragilità.

E per l'Anno Nuovo, vi auguro di sfidare le probabilità. Scrivete pagine che nessuno ha ancora immaginato. Riconoscete il sentiero che avete tracciato passo dopo passo. Imbattetevi in voi stessi: mantenetevi liberi, siate orgogliosamente improbabili.

Sereno Natale e un luminoso 2026 a tutti voi.