100/100 - 2025
Luglio per me è il tempo misto, sincopato, di nostalgie e futuri che si mescolano. Lasciamo andare questi giovani studenti incontro alla vita, e tra una cosa e l'altra, preparando stanze e banchi per l'anno che verrà, parliamo di come sono stati bravi e chi, e in cosa. E così salutiamo questi 100 con le loro parole che dicono tanto, parlano di notti insonni e fatiche, e di orgoglio, e di un pezzo di vita che è passato di qua. Parlano di lezioni che vengono fuori quando noi adulti meno ce lo aspettiamo, perché capita di piangere e non sempre le lacrime sono un male, e capita di ridere, e anche qui non sempre le risate sono un male.
Mi è capitato di fare riferimento, nell’imbarazzo del palcoscenico a fine anno, premiando il concorso di poesia di quest’anno, a queste parole (sono di Rainer Maria Rilke, da «I quaderni di Malte Laurids Brigge»):
“Bisognerebbe saper attendere e raccogliere, per una vita intera e possibilmente lunga, senso e dolcezza, e poi, proprio alla fine, si potrebbero forse scrivere dieci righe valide. Perché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si acquistano precocemente), sono esperienze.”
Cinque anni, o più in qualche caso, di esperienze che escono con una pergamena e un numero. E così restiamo qui a domandarci dove saranno, dove andranno e cosa faranno: c’è chi ha scoperto la sua passione per il teatro, chi si iscriverà a medicina, e quella che odiava la scuola oggi magari sorride di aver concluso un percorso iniziato altrove e male anni fa con il massimo dei voti nella prova di indirizzo, e chi piangeva talvolta oggi è passato a salutare sorridendo, e chi doveva andar male magari è andato male a modo suo e va bene così, e qualcun altro pagherà da bere quando passerà di qui, e chi aveva qualcosa da dimostrare, probabilmente lo ha fatto, sostenendo uno degli orali migliori degli ultimi anni e chissà se l'ha capito, mi auguro di sì, e gli auguro di farne tesoro, visto che si impara ben presto che la vita riserva imprevisti e ostacoli, e che bisogna farci ben caso ogni volta che capita di essere felici.
Per questo ogni anno ripetiamo che certi numeri bisogna saperli leggere dentro, e tante volte significano poco se uno non ha avuto il privilegio e il tempo di ascoltarne la storia: cosa c’è dietro quel punto che è valso il 61 magari resterà un segreto, ma per quei docenti che cinque anni fa hanno accolto e poi hanno accompagnato e guidato, insegnato ed educato, mostrato e dimostrato qualcosa, quel punto significa tanto; come quei punti che mancano ai vari 69, 79, 89, 99; a me piacciono le cose incompiute perché promettono qualcosa che sarà. Quel punto allora non sarà qualcosa che manca, ma la promessa di qualcosa che verrà, ne sono certo, come un piccolo spazio che può contenere altri sogni.
Come scuola, ne parlavo con le collaboratrici scolastiche in questi giorni, sappiamo di aver fatto del nostro meglio e tanto ci basta. E ci mancherà chi ogni giorno chi ci domanderà “tutto bene?”
Un esame, come ci ricorda una studentessa, è “uno spazio in cui fermarmi e guardarmi dentro, per capire chi sono diventata.”
Aggiungo soltanto: non smettete mai di diventare. E se mai vi capiterà di poter essere utili a qualcun altro, con un pensiero, una parola e un’attenzione, con un progetto ben pensato, con un lavoro ben fatto, quello sarà il nostro orgoglio.
Complimenti quindi ai nostri 500: Federica Amadeo, Beatrice Bortolotto, Laura Favro, Daniel Varotto, Leonardo Vio. Bravissimi.
Laura Favro - 5^A Architettura: "Sono felicissima di aver scelto questa scuola. In questi anni ho avuto delle enormi soddisfazioni e ho imparato moltissimo sulle relazioni umane. Ho avuto la grandissima fortuna di avere, attorno a me, degli adulti estremamente appassionati al loro lavoro. Non mi aspettavo questo risultato dalla maturità, non mi sono mai sentita l’eccellenza e non mi sento l’eccellenza nemmeno adesso, però posso dire di essermi sempre impegnata e di aver cercato di portare con me quella passione che mi è stata insegnata. Ora, ho ricevuto questa grande soddisfazione che va a incorniciare questi cinque anni. Sono grata a questo liceo per aver messo sempre noi studenti al centro: le nostre passioni, le nostre emozioni e sentimenti. Non vedo l’ora di iniziare la mia nuova avventura all’università di architettura e di portare avanti tutto ciò di cui mi sono innamorata qui alle superiori .”
Daniel Varotto - 5^A Architettura: "Affermare con sicurezza che il percorso scolastico scelto sia stato giusto o sbagliato è parecchio difficoltoso, soprattutto considerando che delle alternative nel mio caso erano presenti, quindi non posso dichiarare che la scelta di aver scelto cinque anni fa un liceo artistico piuttosto che un classico sia stata migliore o peggiore. Io sono entrato in questa scuola esclusivamente per intraprendere il percorso di architettura e successivamente avrei proseguito il percorso nell’ambito architettonico all’università. Tale mentalità non è differita nel corso di questi cinque anni, eccetto il fatto che piuttosto che piuttosto che iscriversi ad una facoltà solamente improntata sull’architettura all’università, negli ultimi mesi ho deciso di provare ad entrare nella facoltà di Ingegneria Edile – Architettura a Trento, altra scelta fatta pressoché ad occhi chiusi e mente aperta come quella del liceo. Magari all’inizio è stato un po’ più ostico apprezzare la scuola, ma alla fine, man mano che gli anni sono passati e io mi sono imbarcato in architettura è diventato sempre più piacevole svegliarsi la mattina e andare a scuola. È inoltra da sottolineare che tale gradevolezza riguardo al proprio indirizzo e alla scuola in generale è stata anche favorita dai metodi di insegnamento, dalle uscite e dalle attività extrascolastiche organizzate dai professori."
Beatrice Bortolotto - 5^D design: "03/07/2025 - momento in cui é diventato realtà il mio sogno più grande, il 100 alla maturità, ma questo non è solo un numero: è il simbolo di notti insonni, paure, sacrifici, sogni e speranze. A chi verrà dopo di me voglio dire: non abbiate paura di cadere, perché è rialzandosi che si cresce davvero. Trovare la propria strada è difficile, a volte sembra impossibile, ma ogni dubbio e ogni fatica vi porteranno più vicino a ciò che siete destinati ad essere. Il futuro non è una corsa, è un percorso personale, spesso lungo e tortuoso. E oggi, guardando indietro, non posso che ringraziare la mia scuola che mi dato gli strumenti, la forza e la fiducia per affrontare tutto questo. Ai miei professori, che nel bene o nel male ci sono sempre stati per me sapendomi ascoltare."
E dunque credeteci, sempre, anche quando tutto sembra buio. La luce, dentro di voi, c’è già, ma come me, dovete trovare la retta via per risplendere. Trasformare i propri fallimenti in energia e forza per andare avanti verso nuovi traguardi!
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Leonardo Vio - 5^D design: "Il percorso al Liceo Artistico Galvani è stato intenso ma, soprattutto, appassionante. In questi anni non ho solo acquisito competenze teoriche e pratiche ma ho anche ricevuto preziose lezioni di vita. Il 100 non è per me soltanto un voto ma una "fotografia" di questi cinque anni. Non dimenticherò mai ciò che si cela dietro questo traguardo, in particolare coloro che mi hanno sempre sostenuto, sia dal punto di vista didattico che umano."
Federica Amadeo 5^D - design: “Mi trovo ora al di là di una soglia, insieme concreta e simbolica: l’Esame di Stato. Per anni l’ho guardato da lontano, come un traguardo quasi mitico. Una cima da scalare, un passaggio obbligato. E ora che è arrivato… è già parte del passato. Ma è stato molto più di un semplice esame. È stato uno spazio in cui fermarmi e guardarmi dentro, per capire chi sono diventata.
Un momento di svolta, certo, ma anche l’apertura di una nuova strada. Perché questo viaggio non è stato solo scolastico, ma profondamente umano: fatto di crescita, di incontri significativi, di domande e scoperte. È un congedo dall’adolescenza, e al tempo stesso il primo, timido passo verso una maturità che comincia solo ora a delinearsi. Un ponte, fragile ma necessario, tra ciò che ero e ciò che diventerò.
Le lezioni più vere non le ho trovate nei manuali: le ho vissute, giorno dopo giorno. Saranno queste a orientarmi, a darmi direzione. E se avrò la forza e il cuore di farlo, spero un giorno di restituire almeno una parte del bene che ho ricevuto. Un bene immenso, che il Galvani mi ha donato con generosità.”